Lo Squat al Multipower è un esercizio multiarticolare utilizzato in larga scala nei centri Fitness.
Accostare le parole Squat e Multipower è un rischioso azzardo dato che entrambe sono fulcro di numerose polemiche già prese singolarmente.
L’intento di questo articolo è di fare chiarezza sui vantaggi e/o i rischi nell’eseguire questo esercizio, dimostrando che dare sentenze assolute non è mai la scelta migliore: ogni scelta va giudicata in base al contesto in cui viene inserita e nel perchè viene eseguita.
Indice dell'articolo
Esecuzione da dimenticare
Il consiglio classico di molti trainer è di eseguire gli squat al Multipower mantenendo la schiena più dritta possibile posizionando i piedi avanti rispetto alla sbarra della macchina.
In questa posizione il ginocchio è lontano dalla linea del bilanciere: tutto le forze di taglio graveranno sulla rispettiva articolazione ed in particolare sul legamento crociato anteriore. Questo accade perchè i muscoli femorali (parte posteriore della coscia: bicipite femorale, semitendinoso, semimembranoso) saranno minimamente coinvolti essendo in grado di generare molta più forza come estensori dell’anca piuttosto che come flessori della gamba.
Dunque nel lungo termine e con alti carichi questo tipo di esecuzione è sconsigliata poiché la possibilità di infortunio è molto elevata.
Esistono soluzioni migliori e più sicure per arrivare ai propri obiettivi e sottolineo che l’obiettivo fondamentale di tutti gli utenti dovrebbe essere innanzitutto quello di potersi allenare costantemente nel tempo evitando di farsi male.
Andiamo a vedere adesso quale è una soluzione più sicura.
Come eseguire lo Squat al Multipower
Per coloro che scelgono di eseguire lo squat al Multipower è preferibile posizionarsi esattamente come se si stesse eseguendo un back squat con bilanciere nel rack.
Bilanciere perpendicolare al centro del piede, discesa e risalita attraverso una triplice flessione/estensione di caviglia, ginocchio ed anca.
Come agiscono le forze di taglio in questo caso?
Innanzitutto mi preme precisare che le forze di taglio non sono qualcosa di cui spaventarsi o da evitare: le nostre articolazioni sono sottoposte costantemente a forze di taglio e sono “progettate” proprio per resistervi, dunque la via più intelligente da seguire è quella attraverso cui riusciamo a mantenere queste forze sotto una certa soglia di pericolosità che potrebbe arrecare danni.
Con suddetta modalità di esecuzione il notevole coinvolgimento dei muscoli posteriori della coscia in co-contrazione con quelli anteriori permette il giusto bilanciamento affinchè si eviti di stressare l’articolazione del ginocchio.
Inoltre lo stesso accade a livello del rachide: una forte contrazione del core in co-contrazione con la muscolatura profonda posteriore comporta il mantenimento della neutralità della colonna durante tutto l’arco del movimento, evitando di stressare la zona lombare.
Perchè e come inserire lo Squat al Multipower?
Appurato che con la modalità sopra descritta non vi sono motivi per discriminare lo Squat al Multipower, vediamo adesso a chi può essere utile e come inserirlo in un programma.
Ciò che un Trainer deve garantire al proprio cliente è il risultato. Un soggetto arriva con determinate richieste che l’allenatore deve garantire, trovando la via più efficiente per il raggiungimento dell’obiettivo.
Lo Squat non è per tutti. Si richiede una buona dose di mobilità, propriocezione, pazienza: quanti sono realmente disposti?
Atleti che devono prepararsi per la stagione, soggetti che hanno la possibilità di allenarsi 45 minuti a seduta per tre volte a settimana, se tutto va bene. E’ l’ideale per questi soggetti? i quali magari partono con deficit da dover colmare prima di poter lavorare effettivamente su un back squat?
Non esistano esercizi fondamentali. Esistono obiettivi posti, esistono progressi che si devono toccare con mano per mantenere la motivazione costante nel tempo. Dunque, perchè non assegnare uno squat al Multipower eseguito con criterio in questi casi?
Chi ha feeling con gli Squat liberi e ci si vuole dedicare tanto di cappello, ma non è l’unica strada: le strade sono sempre molteplici e sta alla bravura ed alla perspicacia del Trainer trovare la strategia migliore per ottenere risultati.
Consiglio di inserirlo in un programma in cui si vuole massimizzare un elevato volume allenante: un esercizio non troppo stressante per il SNC è consigliato per alti volumi il cui fine è l’ipertrofia muscolare.
Può aiutare le donne a lavorare con un carico effettivo, visto che spesso lavorano con pesi leggeri anche per la paura di poter farsi male.
Può aiutare un neofita a prendere confidenza con il movimento di accosciata, non dimenticando di inserire lavori di stabilità del core e di propriocezione per compensare le mancanze dell’esecuzione al multipower.
Infine un atleta intermedio-avanzato ci si può riscaldare o può effettuare dei set di pre-affaticamento prima di iniziare una sessione di gambe.
Conclusione
Non discriminare nessun esercizio. Essere coscienti che un programma razionale e funzionante è frutto dell’adattamento al soggetto che si ha di fronte, non di uno schema standardizzato.
Variare gli stimoli, lavorare tutti gli aspetti: dal neuromuscolare al metabolico, dalla propriocezione agli esercizi di isolamento.
E’ proprio l’infinità di scelta che l’allenamento contro resistenze ci offre ciò che lo rende affascinante, controverso e dinamico.
Allenarsi, provare, misurare sono le parole chiave.
Non ci resta che iniziare.
Libri consigliati
- Horschig, Dr. Aaron (Author)