Lo sci alpino è uno sport soggetto ad una moltitudine di variabili che vanno dalla tipologia di neve alle condizioni di luce; diventa quindi fondamentale programmare una preparazione fisica che consenta all’atleta di esprimere le sue potenzialità atletiche in ogni condizione. La letteratura riporta che la preparazione atletica dello Sci Alpino ha il compito di preparare gli atleti a task sport specifici, e proprio per questo è bene che egli conosca al meglio le richieste fisiche e psicologiche dello sport in questione (Hydren, 2013).
L’aspetto più importante in ogni competizione di sci alpino è la resistenza che l’atleta deve opporre alle forze generate durante la fase di curva, le quali sommate formano la forza G (Hydren, 2013). A livello muscolare si instaurano delle contrazioni, soprattutto negli arti inferiori, in modo tale da opporre la massa corporea alle forze generate durante la fase di curva (contrazione eccentrica). Ricerche hanno dimostrato che la contrazione eccentrica rilevata tramite EMG in uno slalom gigante risulta maggiore rispetto alla contrazione concentrica, riferita al muscolo quadricipite (Berg, 1995). Evidenze scientifiche come queste aiutano quindi noi preparatori a pianificare i programmi di allenamento degli atleti.
Programmazione dell’allenamento dello Sci Alpino
Dopo queste considerazioni risulta quindi evidente che nella preparazione a “secco” degli sciatori vanno inserite anche metodiche di allenamento che sviluppano la forza eccentrica. Per quanto riguarda il mio approccio, cerco di sviluppare un percorso che parte da una costruzione muscolare ipertrofica per poi concentrarsi sullo sviluppo della forza pura ed infine trasformarla in resistenza alla forza veloce (Hydren, 2013).
In questa macro programmazione è mia abitudine integrare microcicli di allenamento utilizzando una pedana che permette di eseguire allenamenti isoinerziali; la pedana che utilizzo è SpaceWheel, un nuovo macchinario sul mercato italiano ed internazionale. Questa tipologia di allenamento consente di enfatizzare molto la fase di contrazione eccentrica muscolare, conservando il momento di inerzia dato da un volano. Ovviamente i carichi e volumi di lavoro sono direttamente correlati con il periodo di preparazione; è per questo motivo che sostituendo i volani e definendo la velocità di esecuzione si andrà a lavorare su tipologie di forza differenti.
Conclusione
Concludo sottolineando che quello riportato è solo un breve intervento con il quale non voglio avere la presunzione di imporre un metodo di lavoro, ma vorrei solo riportare la mia esperienza che si basa su fondamenti scientifici ed una esperienza diretta sul campo (livello quindi più empirico). Attraverso questi due elementi sono riuscito a creare un metodo di lavoro sul quale mi sento sicuro, ma che è in continua evoluzione e sperimentazione. Il consiglio è quindi quello di documentarsi su studi vali presenti in letteratura per poi sperimentare direttamente sul campo.
Non avendo a disposizione una space wheel, in che modalità è opportuno eseguire la preparazione? È preferibile lavorare in mono o mulitfrequenza? E come alternare gli allenamenti di resistenza (corsa o bici) con quelli di forza ?