Da ormai diversi anni, quando mi trovo in studio con un paziente, mi capita di sentire la frase “no, non mangio quasi mai pane, ma piuttosto gallette di riso”; questo alimento, infatti, è consumato da ogni fascia d’età, viene considerato un’equivalente del pane e di conseguenza compare sulle tavole degli italiani nella grande maggioranza dei casi, anche se non su tutte permane. Alcune domande sorgono però spontanee:
- Come vengono prodotte?
- Cosa contengono?
- Sono effettivamente un sostituto sovrapponibile?
- Quante ne possiamo mangiare?
- Le gallette di riso fanno bene?
Ma andiamo con ordine.
Cosa sono le gallette di riso?
Le gallette di riso sono prodotti alimentari di forma spesso circolare prodotte partendo da una miscela di riso soffiato e collante alimentare, che viene poi modellato e lasciato essiccare. Il riso utilizzato al loro interno può variare in base alla qualità selezionata e al produttore cui ci rivolgiamo, ma spesso si trovano varietà integrali o talvolta composte da cereali differenti (es. mais).
Esse vengono spesso considerate degli alimenti “dietetici” o “light”, in quanto più leggere e perché, in effetti, vengono sponsorizzate come tali dai produttori sulle accattivanti etichette. Se guardiamo però la loro composizione nutrizionale notiamo che, in media, una galletta pesa circa 8-10g e ognuna di esse apporta 30- 35kcal, quindi quasi 400 kcal ogni 100g di prodotto. Prendendo invece il temutissimo pane comune (acqua, lievito, farina 0 e sale) l’apporto scende a sole 275 kcal ogni 100 g.
Notate qualcosa? Andiamo avanti…
Per poterci saziare abbiamo bisogno di far sì che il nostro stomaco si riempia e che le pareti si dilatino, quindi che ciò che mangiamo, tra le altre cose, abbia un certo volume. Quando mangiamo prodotti essiccati (quindi le gallette di riso soffiato), l’assenza di acqua comporta un minor volume dell’alimento (che comunque l’assorbirà in bocca e nello stomaco) quindi sarà necessario mangiarne una quantità maggiore per percepire la sazietà; quando invece mangiamo qualcosa che contiene di per sé un buon quantitativo di acqua (es. pane comune) il volume occupato sarà sicuramente maggiore e la sazietà affiorerà più velocemente.
Ancora non basta? Continuiamo…
Se un alimento è privo d’acqua e sentiamo la necessità di mangiarne quantità maggiori, ciò significa che, per quanto i valori dei nutrienti al suo interno possano sembrare allettanti e paragonabili ad alimenti simili ma più idratati, andremo ad assumerne quantità più elevate di quelle di cui abbiamo bisogno, in quanto la densità energetica e dei nutrienti sarà maggiore (è lo stesso discorso che si può fare quando si confrontano formaggi freschi e stagionati per il contenuto di grassi, colesterolo e sodio).
Quindi il punto, come sicuramente avrete ormai capito, è che il “rischio” nel considerare questo prodotto come un sostituito light e sano del pane (comune eh, non all’olio/latte/strutto) è costituito dalla facilità con cui se ne consumano quantitativi ingenti senza pensare alle calorie e ai nutrienti ingeriti durante il pasto. Stesso discorso, però, vale anche per fette biscottate, gallette di pane, grissini e crackers di vario genere (integrali e non), in quanto anch’essi sono prodotti essiccati e dall’elevata densità calorica (per non parlare dei grassi aggiunti negli impasti per renderli più appetibili e accattivanti del semplice pane). Questo per rispondere alla domanda se le gallette di riso fanno ingrassare!
Le gallette di riso fanno male?
“Allora le possiamo mangiare oppure no?!”
Sì, non ci sentiamo di controindicarle MA è necessario tenere conto delle quantità di gallette di riso consumate e della necessità di variare il più possibile le fonti dei vari nutrienti, carboidrati compresi; si tratta infatti di prodotti lavorati e parzialmente raffinati, quando sapete sicuramente quanto sia importante il consumo di materie prime meno lavorate possibile, non solo per la maggior presenza di fibra alimentare ma anche per la possibile perdita di vitamine, minerali e altre proprietà nutrizionali.
Inoltre, è da tenere in considerazione il contenuto di Arsenico Inorganico (Asi) del riso e dei prodotti che lo contengono: questo elemento è ritenuto cancerogeno dall’OMS e può causare intossicazioni sia acute che croniche per via dei metaboliti che vengono prodotti una volta che l’Arsenico viene “demolito” nel fegato. L’UE ha imposto per questo motivo delle limitazioni per il contenuto di Asi negli alimenti e nell’acqua potabile (0,1 mg/kg), ma purtroppo alcuni studi hanno dimostrato che non tutte le aziende che lavorano questi alimenti rispettano effettivamente tale norma, superando talvolta di gran lunga il limite imposto dai regolamenti comunitari. Il nostro corpo è comunque in grado, fortunatamente, di metabolizzare velocemente e in modo efficiente l’Asi, ma bisogna comunque prestare attenzione alle quantità assunte soprattutto dai bambini.
Bibliografia
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