Pectoral Machine: serve davvero?

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La Pectoral Machine è uno degli strumenti più conosciuti per l’allenamento dei pettorali. Non è altrettanto conosciuto, purtroppo, il fatto che gli esercizi fatti alla Pectoral Machine non siano i migliori dal punto di vista biomeccanico. Il macchinario impone infatti un’azione guidata in un ROM prestabilito, un movimento quindi che può essere eseguito in modo sicuro anche dai principianti.

La Pectoral Machine è formata da una seduta con delle appendici collegate ai pesi. Le braccia sono flesse a 90° a livello dei gomiti e vanno ad abbracciare queste appendici per fare un movimento di flessione orizzontale, ossia portate verso l’interno.

Pectoral Machine

La Pectoral machine fa male?

La Pectoral Machine permette di isolare il Gran Pettorale nel suo completo attraverso i movimenti di chiusura. Non è però il modo più biomeccanicamente corretto di reclutare le fibre del pettorale, soprattutto nella sua variante classica che prevede i gomiti flessi a 90°.

L’azione primaria del Gran pettorale è quella di addurre ed intraruotare l’omero, le due azioni combinate permettono il massimo reclutamento delle fibre. Nel caso della pectoral machine, invece, l’azione di adduzione è combinata invece ad una rotazione esterna di spalla e quindi non solo non viene reclutatato nella sua massima potenzialità, ma inoltre aumenta in modo eccessivo lo stiramento della parte anteriore della capsula articolare.


La variante corretta della Pectoral Machine

La variante più corretta è dotata di maniglie attraverso le quali è possibile mantenere i gomiti estesi e permettere la corretta e fisiologica intrarotazione di spalla durante il movimento di spinta, che invece era costretto in extrarotazione nella prima variante.

Permette di isolare il muscolo gran pettorale e reclutare tutte le fibre muscolari nella loro interezza.

pectoral-machine
Variante migliore della pectoral machine, prevale il movimento di spinta rispetto a quello di chiusura.

Quante serie e ripetizioni?

La pectoral machine è un ottimo esercizio di isolamento da poter inserire alla fine della routine di allenamento dei pettorali con ripetizioni medio-alte. Potrebbe essere utilizzato con effetto pompaggio per far affluire al massimo il sangue all’interno del tessuto muscolare e favorire una massima vascolarizzazione.


Bibliografia

Antonio Paoli, Marco Neri. Principi di metodologia del fitness. Elika, 2010. pp. 317-322. ISBN 8895197356.

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