L’esame kinesiologico permette di capire lo stato di salute generale ed i parametri fisici di un paziente prima di impostare qualsiasi tipo di programma di allenamento.
Prima di iniziare è importante svolgere un colloquio che permette di farsi una prima idea generale del paziente, senza ricercare una diagnosi, ma valutando la persona da un punto di vista emotivo e caratteriale.
Esistono soggetti in cui nel sistema neurovegetativo prevale l’ortosimpaticotonia, ovvero la spiccata caratteristica di dimostrare maggior sicurezza in se stessi attraverso dei comportamenti ben precisi: esempio un soggetto che entrando in palestra effettua una camminata decisa con rumore, dando l’impressione di essere sempre in allerta (questo perchè il sistema ortosimpatico è deputato per la funzione ”attacco o fuga”) portandoli così per loro natura ad una rigidità muscolare.
Al contrario esistono soggetti in cui il sistema dominante è il parasimpatico (sistema della tranquillità): questi sono più rilassati, quasi a rasentare la lentezza. Se ogni soggetto rispecchiasse la propria ”predominante” tutto sarebbe sicuramente fisiologico.
É però possibile incontrare un soggetto che per sua natura dovrebbe essere parasimpaticotonico, ma che si trova, invece, in ortosimpaticotonia, a causa di una vita troppo stressante o per un periodo di stress maggiore. Anche se la lettura della diagnosi clinica è un compito riservato al personale specialistico, è molto importante che venga interpretata anche da un Chinesiologo, per poter programmare il trattamento di recupero posturale/funzionale secondo le giuste indicazioni. Più opportuno sarebbe contattare direttamente il medico, cercando di pianificare una strategia collaborativa indirizzata al recupero della patologia. Visionando referti strumentali insieme al medico, si valuta infatti l’entità della patologia in modo da essere più coerenti riguardo la tempistica di recupero dell’atleta.
Valutazione della statica
L’esame morfologico viene svolto con l’ausilio degli strumenti chinesiologici:
- Filo a Piombo
- Inclinometro d’Osualdo
- Scoliosometro
- Calibro
Questi strumenti aiutano a calcolare in maniera oggettiva le anomalie e a determinare così un profilo preciso dello stato iniziale.
É utile precisare che l’occhio umano non rappresenta sempre una visione esatta di ciò che osserva, quindi l’attendibilità di un dato ottenuto attraverso l’utilizzo di strumenti operatore-dipendente, può alterare il parametro di confronto con successive nuove valutazioni. Sarà dunque necessaria molta pratica prima di riuscire ad ottenere valori simili a valutazioni uguali.
L’esame Kinesiologico
Il soggetto dovrebbe essere esaminato in costume, in posizione eretta e con i piedi divergenti secondo l’angolo di Piok di 36°.
L’altezza degli arti inferiori deve essere valutata molto attentamente poiché la loro ineguaglianza crea, per via riflessa, una derivazione vertebrale.
Nell’osservazione è necessario tener conto della legge di Godin: spiega l’alternanza di crescita in circa sei mesi delle ossa lunghe, ovvero tendono a crescere in maniera alterna vale a dire, per sei mesi la parte destra e per i successivi sei la sinistra. Può servire oltremodo a determinare se la scoliosi è reale o falsa, quindi nel momento in cui si nota la presenza bisognerebbe effettuare una verifica a distanza di sei mesi. Se in questo lasso di tempo la scoliosi subisce una rettifica, siamo in presenza di una scoliosi falsa. È dunque consigliabile agire con una terapia generale fin tanto non saremo in grado di determinarne il tipo. Nel caso di un paziente di 18 anni, il quale necessita di una misurazione eterometrica degli arti inferiori in quanto presenta asimmetria, bisognerà attendere nuovamente sei mesi per determinare se l’ineguaglianza sarà rimasta uguale, allora ci troviamo in presenza di una patologia.
La posizione e la simmetria del bacino vengono valutate in diversi modi. Uno di questi consiste nel reperire le SIAS ( Spine IliaccheAntero Superiori ) e le SIPS ( Spine Iliache Postero Superiori ) e la loro posizione rispetto all’ombelico e la sinfisi pubica.
La colonna vertebrale deve essere valutata sia sul piano frontale che sagittale: frontalmente si osserva l’allineamento del rachide, segnando le apofisi spinose iniziando dalla settima vertebra cervicale ( la prominente ) fino ad arrivare alla quinta lombare ( sopra il solco intergluteo ). Prendendo C7 come punto repere per il filo a piombo questo dovrebbe cadere in mezzo al solco intergluteo. In una visione sagittale della postura ideale, la perpendicolare dovrebbe sfiorare l’occipite, l’apice della curva dorsale ( D5 ) e cadere all’interno del solco intergluteo.
Per una chiara prospettiva è meglio evidenziare il livello delle scapole e delle clavicole, marcandone i contorni. Il margine mediale delle scapole dovrebbe distare 5-6 cm dalla linea centrale delle apofisi vertebrali.
Un buon criterio diagnostico può essere definito dal Bending Test ovvero ( test della flessione anteriore ) detto anche Test di Adams. Il paziente tiene le gambe tese e le mani unite, per poi flettere il busto in avanti. Se a lato della colonna si formano delle gibbosità siamo in presenza di una scoliosi, se tali prominenze sono presenti quando il paziente è in piedi, ma scompaiono quando flette il busto in avanti, si parla di atteggiamento scoliotico.
La posizione del tronco rispetto alla perpendicolare tangente ai talloni fornisce diverse indicazioni; se la posizione del tronco sul piano sagittale cade indietro, il paziente presenta una catena muscolare anteriore contratta, che porterà a diversi compensi:
- Lo sbilanciamento in avanti del capo, con conseguente collo a cigno;
- Lo sbilanciamento in avanti del bacino, che crea un’iperlordosi lombare;
- L’addome prominente anteriormente;
- Un’ipercifosi di compenso con spalla anteriorizzate e appiattimento del torace.
Il paziente sembra ”appeso” su se stesso, in posizione astenica. Se invece la posizione del tronco sul piano sagittale cade avanti e le curve della colonna sono accentuate, ci troveremo in presenza di una catena muscolare posteriore contratta e avremo:
- Una notevole accentuazione della lordosi lombare;
- Un conseguente aumento della cifosi e lordosi cervicale;
- Una tendenza alla ptosi addominale ( caduta dell’addome avanti ed in basso );
Il paziente presenta ipertono e accentuazione di tutte le curve.
L’elasticità costale è un altro parametro importante per valutare l’efficienza respiratoria del paziente/atleta.
Viene fornita dalla differenza di circonferenza toracica in ispirazione e quella in espirazione, presa all’altezza dell’angolo xifoideo ( oltrepassata l’età di 17 anni dovrebbe essere 10 cm ). E’ necessario valutare il rapporto altezza/peso corporeo, secondo la formula di Broca ( P= Statura – 100 ).
Bibliografia
- Preparazione Atletica e Riabilitazione, fondamenti del movimento umano Scienza e Traumatologia dello Sport, principi di trattamento riabilitativo, di Davide Carli, Silvia Di Giacomo, Giuseppe Porcellini, pagine 87-88
- Nonsolofitness.it/ scienza e movimento/attività-motoria-preventiva-e-compensativa/legge di Godin a cura del Dott.Luigi de Pascalis
- Albanesi.it/salute/scoliosi/.htm