L’artrosi è la più diffusa delle patologie articolari. Si tratta di una patologia articolare cronica caratterizzata da lesioni degenerative e produttive della cartilagine articolare per la cui progressione, negli ultimi anni, è stato riconosciuto all’infiammazione un ruolo affatto trascurabile.
L’artrosi è la malattia più diffusa nei paesi industrializzati e, in Italia, colpisce circa il 18% della popolazione (10,5 milioni di persone) con un rapporto donna/uomo di 5:3, con una prevalenza età correlata. L’eziologia è sconosciuta; la patogenesi è di tipo multifattoriale, includendo fattori esterni all’articolazione (principalmente il carico articolare) e fattori intrinseci all’articolazione di tipo anatomico e biochimico (incluse le caratteristiche della cartilagine).
L’artrosi si differenzia dal processo di invecchiamento fisiologico soprattutto perché in quest’ultimo il contenuto di acqua a livello della cartilagine diminuisce, mentre nell’artrosi aumenta; inoltre sono peculiari dell’artrosi e non dell’invecchiamento fisiologico sia l’aumento degli enzimi degradativi che dei proteoglicani a livello della cartilagine, sia l’invasione articolare da parte di cellule del midollo osseo, che producono neocartilagine e osso (osteofitosi).
Nell’artrosi si distingue una forma primaria (in cui le articolazioni più interessate sono la colonna, l’anca, il ginocchio e le mani) ed una forma secondaria (quando fattori estrinseci alla cartilagine possono essere individuati come causa di patologia) in relazione ad attività lavorative o sportive che sovraccaricano un determinato distretto articolare oppure a seguito di patologia (dismorfismi, fratture). La forma secondaria è spesso unidistrettuale e si può riscontrare anche in soggetti giovani. Le forme più comuni sono la coxartrosi (anca) e la gonartrosi (ginocchio).
Indice dell'articolo
Descrizione anatomica
Lo scheletro umano è formato da numerose ossa (circa 208) che vengono classificate, a seconda della dimensione, in ossa lunghe, brevi e piatte. Le ossa sono organi statici e devono articolarsi tra loro per rendere possibile il movimento. Questa unione tra i vari segmenti ossei viene chiamata articolazione.
Le ossa dello scheletro umano sono connesse per mezzo di diversi tipi di articolazione: immobili (sinartrosi), semimobili (anfiartrosi) e mobili (diartrosi). Le sinartrosi, che uniscono le ossa del cranio, non permettono alcun movimento. Le articolazioni mobili o semimobili si differenziano per la forma e per i tipi di movimenti consentiti. Le trocleartrosi (le articolazioni del ginocchio o del gomito) assicurano i movimenti di flessione ed estensione su un solo piano; le enartrosi (quelle della spalla e dell’anca) permettono movimenti liberi in tutte le direzioni; le artrodie, che uniscono le ossa del carpo nella mano e del tarso nel piede, permettono soltanto piccoli movimenti di flesso estensione.
Ogni “articolazione” mobile è formata dalle cartilagini periferiche delle ossa; da uno spazio tra di esse ripieno di liquido (liquido sinoviale), da una capsula articolare e dai tendini.
La cartilagine articolare è soffice, compressibile, estensibile e deformabile.
Il liquido sinoviale ha funzione ammortizzante e nutriente, facilita lo scorrimento tra le due superfici articolari e viene secreto dalla membrana sinoviale.
La capsula articolare è formata da tessuto connettivo che riveste completamente i due segmenti ossei esterni.
Muscoli e tendini insieme alla capsula articolare consentono di aumentare la stabilità dell’articolazione.
Cartilagine Articolare
Come abbiamo detto in precedenza l’artrosi interessa soprattutto la cartilagine articolare.
La cartilagine articolare è un tessuto elastico di colore bianco perlaceo, formato da cellule tondeggianti, i condrociti che secernono una sostanza costituita da fibre elastiche e collagene. E’ formata principalmente da acqua ed è priva di sali minerali.
Il tessuto cartilagineo è poco vascolarizzato in quanto carente di capillari sanguigni. ll nutrimento dei condrociti avviene tramite il fenomeno della diffusione, un processo lento e molto meno efficace della circolazione sanguigna. Le capacità rigenerative di questo tessuto sono bassissime.
Il liquido sinoviale è a diretto contatto con la cartilagine articolare e oltre ad ammortizzare i movimenti ne assicura il nutrimento.
Il liquido sinoviale è in continuo scorrimento dentro l’articolazione: a seconda dei movimenti e dei carichi viene assorbito o rilasciato dalle cartilagini e dalle membrane presenti, che funzionano come delle spugne.
Attività sportiva e attività fisica per artrosi
L’attività sportiva ad alto impatto (che prevede salti o comunque un considerevole sovraccarico articolare) può predisporre ad artrosi localizzata (microtraumi, traumi e fratture), mentre l’attività fisica regolare a impatto basso o moderato riduce il rischio di obesità e previene l’artrosi: la mobilizzazione dell’articolazione ne favorisce infatti il trofismo. Gli esercizi di moderata intensità comportano rischio minimo di danno articolare ed hanno un effetto benefico sul dolore e sulla disabilità nel paziente artrosico.
L’artrosi è estremamente comune in età avanzata, ove può presentarsi con un ampio spettro di quadri clinici a seconda dell’interessamento prevalente a carico di una o più articolazioni e della compromissione articolare specifica; tuttavia generalmente è l’insorgenza del dolore che conduce all’osservazione del medico.
Una grave artrosi dell’anca o del ginocchio, con marcata limitazione funzionale e dolore costante, spesso anche in condizione di scarico, viene oggi generalmente considerata di competenza chirurgica; nella colonna invece, il presidio terapeutico primario è rappresentato dalla rieducazione motoria, a meno che una grave artrosi, spesso associata ad una congenita riduzione dei peduncoli e alla comparsa di protrusioni discali o di ipertrofia ligamentosa porti all’instaurarsi di una stenosi del canale vertebrale con danno neurologico rilevante e progressivo.
Al di là di questi casi, nella pratica quotidiana, si osserva una certa discrepanza tra il quadro clinico, particolarmente riguardo al dolore, e il quadro radiologico. Questo può essere spiegato considerando che la perdita di funzione legata all’artrosi, oltre alla riduzione del ROM legata alle modificazioni strutturali articolari, spesso si instaura quando la limitazione e il malallineamento articolare e l’aumento di tensione muscolare conseguente provocano dolore.
In conseguenza a ciò, viene assunto un comportamento finalizzato ad evitare il dolore con frequente immobilizzazione, compaiono la rigidità e l’atrofia muscolare da disuso.
Il dolore, di natura meccanica è legato alle sollecitazioni che l’articolazione, danneggiata e spesso in cattivo allineamento posturale, riceve in rapporto al carico e alla sua anormale redistribuzione nella stazione eretta, nel movimento e nel sollevamento o spostamento di pesi: quindi non ha una correlazione diretta con le alterazioni radiologiche articolari.
L’attività fisica indicata nell’artrosi in fase di stato è costituita da esercizi aerobici a basso impatto (è preferibile iniziare in scarico); per il potenziamento muscolare si possono utilizzare bande elastiche, piccoli pesi, pulegge (con attenzione particolare in quei casi in cui si associano patologie del rachide); molto importante è la componente dell’allenamento della flessibilità, valutando con cautela la progressione dello stiramento in rapporto alle eventuali modificazioni anatomiche che limitano il ROM articolare. E’ importante impostare un buon programma di ginnastica per artrosi, aumentando progressivamente il carico articolare.
Di fronte ad un dolore acuto, indipendentemente dalle alterazioni radiologiche sottostanti, non è consigliabile iniziare immediatamente una rieducazione attiva; in una prima fase si interviene sul processo infiammatorio con farmaci e terapia fisica (ghiaccio, ultrasuoni, elettroterapia); talvolta sono necessari lo scarico o l’immobilizzazione temporanea (canadesi, corsetti, docce).
Talvolta l’esercizio è possibile anche in fase acuta, specie se effettuato a carico ridotto ed in un ambiente caldo (idroterapia in vasche riscaldate) ottenendo come risultato il rilasciamento muscolare.
La rieducazione motoria segue un percorso finalizzato al recupero anche parziale della mobilità articolare, con mobilizzazioni prima passive, poi attive; per la risoluzione della contrattura muscolare vengono effettuati trattamenti fisioterapici o di medicina manuale insieme allo stiramento dei tessuti molli retratti; quindi è effettuato un riallenamento mirato al recupero della flessibilità, della coordinazione della forza e della resistenza, che può essere iniziato come primo approccio in fase subacuta o nel caso di soggetti con disturbi cronici.
All’approccio specifico devono spesso essere associati, per una ottimizzazione del recupero funzionale, la rieducazione propriocettiva sensoriale, la rieducazione posturale e l’educazione ergonomica, con rivalutazione dell’ambiente, delle posture, degli stili di vita; quando necessario, si può ricorrere ad un adeguato utilizzo di ortesi (corsetto, bastone, splint etc.) e a modifiche ambientali.
Prevenzione e attività fisica
La prevenzione dell’artrosi si basa sul controllo dei fattori di rischio. Occorre a tal proposito evitare il sovrappeso, le posizione viziate ed i carichi eccessivi e ripetuti.
Molto spesso si legge che l’attività fisica eccessiva favorisce la comparsa di artrosi e che pertanto vada assolutamente evitata se la malattia ha già colpito l’articolazione. In realtà, non esiste nulla di più sbagliato.
E’ vero che l’insorgenza di problemi cartilaginei è frequente in molti sportivi ma è anche vero che spesso insorge in seguito a traumi.
Inoltre, va ricordato, che anche in caso di artrosi conclamata, l’attività fisica mirata è in grado di alleviare il dolore e di migliorare la mobilità dell’articolazione.
Ricordo infine che il decadere della qualità muscolare nell’anziano porta ad una concentrazione prevalente del carico sulla parte mediale del ginocchio. Questo sovraccarico, causa o concausa di artrosi può essere evitato rafforzando i muscoli degli arti inferiori.
Si consiglia di eseguire un programma regolare basato su stretching leggero ed esercizi per il recupero della mobilità articolare.
E’ molto importante eseguire un adeguato riscaldamento muscolare prima di iniziare il programma di allenamento, proteggere le articolazioni da traumi ed impatti, scegliere calzature con massimo ammortizzamento, abiti adatti e scegliere superfici soffici sulle quali svolgere gli esercizi.
L’esercizio aiuta a migliorare l’umore e l’aspetto, diminuisce il dolore, aumenta l’elasticità, mantiene sotto controllo il peso corporeo, e migliora l’equilibrio diminuendo il rischio di cadute.
In presenza di artrosi è consigliabile la pratica del ciclismo dato che il muscolo lavora ugualmente ma il ginocchio è in scarico; l’articolazione non si trova cioè costretta a sopportare tutto il peso corporeo come avviene ad esempio durante il ballo, la camminata e soprattutto la corsa (attività che sono invece molto utili in presenza di osteoporosi non avanzata).
Anche il nuoto e le attività in acqua sono esercizi favorevoli poiché rendono i movimenti più naturali e meno stressanti per il ginocchio (ad eccezione del nuoto a “rana” che causa sollecitazioni intrarticolari maggiori).
Conclusioni
In conclusione possiamo dire che essendo l’artrosi una delle patologie più frequenti e che le percentuali di riscontrarla si stanno alzando notevolmente, sarebbe auspicabile che i medici prescrivessero ad ogni soggetto, di fare una sana attività fisica, mirata e specifica, in base alle proprie caratteristiche fisiche e corporee. Che siano esercizi per artrosi anca o di ginocchio, è importante impostare un programma di allenamento graduale.
Ciò sarebbe molto utile per rallentare il decorso della patologia, in modo tale da evitare per quanto possibile, dolori e situazioni spiacevoli che potrebbero presentarsi in futuro andando avanti con l’età.
Inoltre, sarebbe di grande aiuto per la popolazione, che si diffondesse la cultura della prevenzione motoria e fisica, per cercare di contrastare un fenomeno patologico come l’artrosi, che va via via aumentando nel corso degli anni.